Spesso le parole Tisana e Infuso vengono utilizzate come sinonimi. In questo articolo spiegheremo la differenza tra tisana e infuso, come si preparano e quali sono le loro caratteristiche.
La tisana è una bevanda a base di acqua all’interno della quale si trovano, diluite, alcune sostanze benefiche di origine vegetale. L’infuso invece è un particolare metodo estrattivo utilizzato per la preparazione delle tisane. Si potrebbe dire che l’infuso è una tisana “più leggera”. Per gli infusi vengono infatti utilizzate soltanto le parti più tenere e delicate della pianta (foglie e fiori) le quali vengono lasciate riposare in acqua bollente per 5 minuti poi filtrate.
Leggi il nostro approfondimento pr saperne di più sulle tisane, le loro caratteristiche e i metodi di preparazione.
Che cos’è la tisana?
La tisana è una bevanda a base di acqua all’interno della quale si trovano, diluite, alcune sostanze di origine vegetale. Per preparare una tisana si possono utilizzare sia le parti tenere (fiori e foglie) sia quelle dure o legnose di una pianta (radici, fusto o semi). Queste vengono opportunamente sminuzzate e unite ad acqua secondo vari metodi di estrazione. Una volta pronta, la tisana viene filtrata tramite un colino e va consumata subito.
La tisana viene preparata generalmente utilizzando diverse erbe dalle proprietà benefiche. E’ però consigliabile utilizzare per la preparazione di una tisana non più di 5 tipi di erbe contemporaneamente. All’interno della stessa tisana ogni componente ha un ruolo specifico e viene classificato in base alla funzione:
- Rimedio di base (remedium cardinale) una o più erbe che contiengono i principi attivi specifici per la terapia
- Adiuvante (adiuvans): una o più erbe sinergizzanti con il rimedio di base;
- Complemento una o più erbe aggiunte alla tisana per conferirle un gusto piacevole;
- Correttore una o più erbe in grado di migliorare le caratteristiche organolettiche della bevanda.
Nella preparazione di una tisana è i fondamentale importanza rispettare le dosi indicate, in quanto dosaggi troppo scarsi rischiano di non avere efficacia, mentre al contrario, dosaggi troppo elevati possono avere effetti dannosi.
I metodi estrattivi
Come dicevamo, l’infuso è uno dei possibili metodi estrattivi utilizzati per preparare una tisana. Le tisane presentano caratteristiche diverse a seconda del metodo utilizzato per la loro preparazione: tramite infusione, decotto o macerato. A seconda dei principi attivi che si vogliono estratte e delle caratteristiche specifiche delle piante, va scelto il metodo estrattivo più idoneo.
– Decotto: consiste del bollire a lungo in acqua le erbe. Questo metodo consente di estrarre i principi attivi in particolare dalle parti dure della piante: corteccia, radici o foglie particolarmente dure.
– Infuso: è la più comune e la più semplice delle tecniche estrattive. Consiste nel versare acqua bollente sopra le parti scelte della pianta e lascair riposare per 5 minuti. Serve ad estrarre i principi attivi dalle parti più tenere e delicate dei vegetali, senza disperderne le proprietà .
– Macerazione: consiste nello sminuzzare la pianta e lasciarla riposare in acqua a temperatura ambiente generalmente per 6/8 ore. Questo metodo viene utilizzato per estrarre dalle piante i principi attivi che verrebbero danneggiati dal calore.
La tisana va consumata preferibilmente subito dopo la preparazione (avendo cura di filtrare le erbe con un colino) in modo tale che i principi attivi estratti dalle piante mantengano tutte le loro proprietà benefiche. Alcune tisane possono avere un gusto amaro, è possibile dolcificarle aggiungendo zucchero o miele. Moltissime solo le piante aromatiche utilizzate nelle tisane. Per esempio: menta, melissa, verbena, finocchio, anice verde, arancio, liquirizia, basilico e gelsomino.
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